il Sardington Post – 13 febbraio 2024
Elezioni regionali – Sette domande alla candidata di Sardigna R-esiste
Lucia Chessa, nata a Bitti (Nu) nel 1960, è candidata alla presidenza della Regione, sostenuta dalla lista Sardigna R-esiste.
Cosa si aspettano i sardi dal prossimo governo regionale dopo i cinque anni guidati dal governatore Solinas?
«Penso che i sardi si aspettino un cambiamento radicale, perché conoscono bene il disagio che vivono giorno per giorno».
Il territorio del Medio Campidano è in coda alle statistiche per reddito pro capite e indicatori di qualità della vita: come invertire la tendenza?
«Se cresce la Sardegna e cambia la visione che il governo ha della Sardegna, cresce e cambia il Medio Campidano. Ci sono territori più fragili e più deboli, ai quali, invertendo una tendenza, va prestata maggiore attenzione. Servono interventi generali che richiedono di non tagliare servizi, di non mortificare ulteriormente le realtà già deboli».
I cittadini sardi stanno vedendo giorno dopo giorno dissolversi il sistema sanitario pubblico. Cosa intende fare, concretamente, per garantire un vero diritto alla salute per tutti?
«Il sistema sanitario sardo è probabilmente arrivato ad una soglia di non ritorno. Se anche qualcuno cercasse di invertire la tendenza, i primi risultati si avrebbero tra 15 anni. Il disastro della sanità è in parte dovuto a questioni di carattere statale, a cui si aggiungono le inefficienze e le scelte avvenute a livello regionale. Il sistema sanitario regionale ha subito nelle ultime due legislature ben due riforme. Si è passati da un modello in cui la salute si riteneva un diritto, a un modello in cui il settore sanitario è diventato luogo di profitti. Qui c’è da operare una rivoluzione, tornare ad un servizio sanitario basato sull’idea che tutti debbano avere un medico e le cure. A partire dal numero chiuso di medicina, che risale agli anni 90 e che nessuno ha mai pensato di rivedere, per cui ora non ci sono i medici. La pandemia ha messo a nudo il disastro sanitario. Alla regione Sardegna sono stati applicati i parametri nazionali, mentre la nostra condizione di regione a statuto speciale ci avrebbe garantito il diritto a discuterne, anziché chiudere i nostri ospedali».
Medio Campidano vive un’enorme carenza di trasporto pubblico, che condanna all’isolamento molti suoi territori. Qual è la sua visione per risolvere questa enorme criticità?
«La Sardegna è la regione servita nel modo peggiore da Trenitalia, tanto da esserci l’unico capoluogo di provincia in cui non arriva Trenitalia, oltre ad avere il parco treni più vecchio d’Italia. Occorrerebbe un confronto con lo stato, dove venga riconosciuta la dignità di questa terra e si intervenga con gli investimenti necessari. Ci vuole un’amministrazione onesta delle risorse e che queste vengano allocate dove ce n’è bisogno. Occorre un imponente piano di manutenzione della rete viaria, e occorrono nuovi tracciati. Ci sono aggiustamenti da fare in campo strutturale e per quanto riguarda l’efficienza ordinaria».
La Costa Verde è “lo sbocco al mare” del Medio Campidano: quali prospettive di sviluppo vede per un territorio dove il turismo non è ancora un modello economico praticabile?
«Ci sarebbero da risolvere dei problemi a monte, che consentano ai turisti di venire in Sardegna. Il problema della continuità territoriale esterna è preliminare. Deve essere un turismo sostenibile, remunerativo per le popolazioni del territorio. Per quanto riguarda il lavoro stagionale è precario e va protetto».
Se arrivasse a guidare questa regione, come si porebbe nei confronti del taglio delle autonomie scolastiche?
«Per me la scuola dovrebbe essere un punto di riferimento per rivitalizzare la vita delle comunità. Dovrebbe essere arricchita di figure nuove oltre agli insegnanti e aperte tutto il giorno. Se c’è un luogo dove non si può pensare di chiudere le scuole, sono proprio i piccoli comuni».
Secondo lei, nella legislatura precedente, qual è stato il problema più sottovalutato?
«Uno fra tutti è l’onestà e la legalità. Una delle criticità in questa amministrazione attiene a questioni di questo tipo».
Doride Pilloni (doridepilloni@ilsardingtonpost.it)
L’intervista su Sardinia Post